Horrorstör di Grady Hendrix | Recensione

Horrorstör
‘Horrorstör’ di Grady Hendrix

Titolo: Horrorstör

Autore: Grady Hendrix

Serie: —

Volume: —

Categoria: Narrativa straniera

Genere: Romanzo horror

Editore: Mondadori

Pubblicazione: 8 giugno 2021

Pagine: 264 pagine

Formato: Copertina flessibile

ISBN: 9788804737087

Valutazione: 💛💛💛.5/5

Trama

Sta succedendo qualcosa di parecchio strano al superstore di mobili scandinavi Orsk di Cleveland, Ohio. Ogni mattina, al loro arrivo, i dipendenti trovano armadi Kjerring a pezzi, bicchieri Lagnia in frantumi e divani letto Liripip vandalizzati: chiaramente c’è qualcosa che non va. Le vendite sono in calo, le telecamere di sicurezza non rivelano nulla e i gestori del grande magazzino sono nel panico. Per svelare il mistero, cinque giovani dipendenti si offrono volontari per un lungo turno di sorveglianza dal tramonto all’alba e – come vuole la tradizione – si troveranno alle prese con orrori che sfidano l’immaginazione. “Horrorstor” non è solo la classica storia di una casa infestata che si svolge in un ambiente contemporaneo (intriso di paure che tutti noi conosciamo), ma è anche una satira del consumismo e della natura degradata del lavoro nella nuova economia del XXI secolo. Tutto questo e molto altro troverete in questo libro confezionato sotto forma di un catalogo al dettaglio, completo di illustrazioni di mobili pronti per il montaggio e altri accessori via via sempre più sinistri. Un horror insomma dal design esclusivo, capace di offrire ai lettori il terrore psicologico di cui hanno bisogno nell’elegante confezione che si meritano.

Recensione

Ciao lettori!

Qualche tempo fa ho aggiunto alla TBR un libro che non appartiene a uno dei generi che prediligo ma volevo provare a leggere qualcosa che uscisse dalla mia comfort zone.

Il libro in questione è ‘Horrorstör’ di Grady Hendrix. Ad una prima sfuggente occhiata mi sembrava un catalogo IKEA: in copertina mi è saltato all’occhio il divano giallo con il suo prezzo che fa da padrone in un salotto composto da un mobile, anch’esso con il suo valore, e dei quadri. Incuriosita, l’ho preso in mano per vedere di cosa si trattasse e, girandolo sul retro in cerca della trama, mi sono trovata davanti alla stessa immagine di copertina ma appartenente ad un mondo completamente differente, come se ci fosse una realtà alternativa: il salotto è sempre presente ma fa parte di una realtà cupa, fredda, inquietante.

A questo punto dovevo assolutamente avere più informazioni e, sfogliandolo, ho trovato insolito che ogni capitolo iniziasse con la scheda articolo di un complemento di arredo. A questo punto dovevo sapere chi fosse l’autore e, dove di solito si trova la biografia, ho trovato il badge di un dipendente di un negozio di vendita al dettaglio correlato da foto e biografia.

Tutto questo insieme di cose mi ha convinta a leggerlo ed oggi voglio parlarvene.

La storia è ambientata a Cleveland, in Ohio, all’interno di Orsk, un superstore di mobili scandinavi e si svolge nell’arco di una singola notte.

Seguiamo la storia grazie a Amy, una ragazza di 24 anni che a causa di difficoltà economiche, ha abbandonato l’università e adesso lavora come addetta alla vendita da Orsk. E’ un buon lavoro ma nello stesso tempo insoddisfacente. Amy vive in maniera passiva, si fa andare bene qualsiasi cosa e non combatte per ciò che vuole davvero, ossia un lavoro ben pagato seduta ad una scrivania. Questo suo atteggiamento viene nascosto da ironia, menefreghismo e spavalderia.

In seguito ad alcuni avvenimenti parecchio strani, i dipendenti ogni mattina trovano gli articoli del negozio danneggiati, fuori posto e vandalizzati.

Per questo Basil, il responsabile del punto vendita, chiede a Amy la disponibilità di effettuare la ronda notturna con lui ma la ragazza declina. Quando però le viene offerto un pagamento extra, Amy accetta.

A loro si aggiunge anche Ruth Anne, cassiera storica della catena, molto attenta alle esigenze dei clienti e dei colleghi e a cui vogliono bene tutti.

Durante la prima perlustrazione, trovano altri due impiegati non autorizzati alla ronda: Trinity e Matt che tentano di filmare e trovare la prove della presenza dei fantasmi così da diventare famosi in un programma televisivo.

Nel giro di poco tempo la situazione degenera e i dipendenti dovranno fare i conti con i loro peccati e scontare le loro pene perché lo sanno tutti che non è un bene costruire nello stesso posto dove risiedeva un carcere del XIX secolo in cui malati mentali venivano curati mediante lavori forzati ripetitivi e inutili. O no?

Horrorstör non è il classico romanzo horror ma racchiude in sé anche dell’ironia. L’autore, infatti, ha creato Orsk come una parodia della più nota catena del settore: Ikea. Da qui spiegato il perché anche visivamente il libro è molto simile a un catalogo e perché all’inizio di ogni capitolo si trova la scheda di un complemento di arredo che sarà citato nel capitolo stesso e che proseguendo con la lettura diventano sempre più inquietanti.

Inoltre, all’inizio del libro vengono riepilogate le regole del negozio, il loro motto e un modulo di consegna a domicilio.

Tutto ciò mostra quanto Orsk sia una famiglia, oltre che un luogo di lavoro e uno stile di vita. Allo stesso tempo, però, ci fa capire che è tutto finto. L’azienda stessa è un brutta copia della concorrente Ikea che esiste anche nel romanzo.

“Si guardò intorno. Su una parete, c’era un grosso manifesto che recitava: IL LAVORO FA DI ORSK UNA FAMIGLIA, E IL LAVORO È UNA LIBERA SCELTA. Lo stile europeo della frase, assolutamente fasullo e leggermente ampolloso, faceva parte della sceneggiata Ikea di Orsk, e Amy non riusciva a decidere se fosse un tantino irritante o del tutto offensivo.”

Il libro nasce come parodia e critica per poi sfociare nell’horror nel momento in cui i protagonisti si trovano all’interno del negozio deserto. Chi non ha mai pensato a come dovesse essere rimanere in negozio dopo l’orario di chiusura? E questo è il motivo per cui questo romanzo ha funzionato così bene.

La scrittura è molto semplice e scorrevole, non sono presenti descrizioni precise perché si suppone che i lettori sappiano già come dovrebbero essere gli ambienti.

Gli eventi della parte horror del libro non sono esattamente originali, sono i classici punti fermi della categoria ma l’idea dell’intero romanzo è molto particolare.

Devo ammettere che in alcuni punti mi è salita una leggera ansia e mi sono fermata per qualche momento. 

Mi sono piaciuti molto i protagonisti e i cambiamenti che sono avvenuti in loro a causa degli avvenimenti che hanno vissuto in questa intera notte. Infatti alla fine ho trovato Amy e Basil completamente differenti rispetto a quelli che erano inizialmente.

La fine è stata inaspettata ma nello stesso tempo non mi ha soddisfatto pienamente: a mio parere risulta aperta e avrei preferito una chiusura definitiva.

Tutto sommato è stata una lettura poco impegnativa e ironica che mi ha lasciato con un sorriso e non con la paura di entrare in negozio di mobili!

A presto Readers 😘

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